Venezuela:
se il 7 ottobre non vince Chávez…
Intervista a Romain Mingus, studioso dei piani di
governo dell’Opposizione a Chávez.
Romain Mingus (Bourges, Francia,
1981) è giunto in Venezuela nel 2005. Attivista e studioso, ha conosciuto da
vicino diverse realtà venezuelane. Tra le altre cose, ha ricoperto incarichi di
responsabilità nel recupero di un latifondo ed ha partecipato a campagne di
contro-informazione.
20/08/12.- Pochi venezuelani conoscono il Programma
di Governo della Mesa de la Unidad
Democrática (Tavolo di Unità Democratica). La maggioranza degli oppositori
non l’ha letto o nemmeno sa che esiste. Tra i bolivariani di Chávez ci sono
appena alcune idee intuitive su ciò che si ripropone di fare la Destra qualora
arrivasse al palazzo presidenziale di Miraflores. In cambio, il sociologo
francese Romain Mingus non solo ha letto il Piano di 166 pagine, ma nel suo
libro “El programa de la MUD”
(Edizioni Barrio Alerta, Caracas 2012) gli ha fatto una dissezione.
Per scaricare il libro: http://www.ciudadccs.info/wp-content/uploads/ELPROGRAMADELAMUD.pdf
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Lei
dice che la decentralizzazione, l’autonomia e la privatizzazione sono la triade
della proposta della MUD. Perché queste politiche sono cattive per il popolo?
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Le politiche neoliberali sono state
impiantate storicamente da governi autoritari, così come lo sostiene Noemi
Klein nel libro “La dottrina dello shock”. Così è successo nel Cile di
Pinochet, nell’Indonesia di Suharto e persino nella Russia di Yeltsin. In un
regime democratico, l’applicazione delle tesi neoliberali porta immediatamente
alla rivolta popolare perché non favoriscono gli interessi né del popolo, né
della classe media, né dell’imprenditoria nazionale. Siccome qui in Venezuela
c’è democrazia, devono ingannare la gente utilizzando la triade della
decentralizzazione, dell’autonomie e della privatizzazione.
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Perché
la decentralizzazione non è conveniente?
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Loro vendono la decentralizzazione come un
avvicinamento del potere alla gente. E’ una menzogna perché in realtà sono
contro il poder popular, che invece
implica una vera presa di potere delle basi. La decentralizzazione prepara il
terreno per smontare il paese e per privatizzare tutto. Delega le competenze
dello Stato Nazionale a feudi che non hanno la capacità né finanziaria né umana
per assumerli. Nel programma pensano che ogni Stato si incaricherà della sua
rete di salute, istruzione, viabilità, sport, cultura, acqua, elettricità,
eccetera. Tuttavia, per esempio, con il bilancio limitato che gli corrisponde
per la sua Collocazione Costituzionale e per le scarse fonti di imposte
regionali, come può Delta Amacuro fare ciò? Molto semplice: privatizzando. Ma,
naturalmente, gli imprenditori costruiranno centri di saluti o strade solo dove
sia redditizio, dove ci sia guadagno. La popolazione più bisognosa pagherà le
conseguenze.
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Rivediamo
il secondo componente, l’autonomia: perché è negativa?
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Per esempio, parlano di autonomia di
Pdvsa (Petroli del Venezuela Società Anonima) e questo significa che smetta di
essere un’impresa nazionale e patriottica. Vogliono rompere la visione politica
che ha collocato Pdvsa al servizio dello sviluppo della nazione per convertirla
in un’impresa con fini commerciali. Dicono espressamente che “limiteranno i
contributi di Pdvsa al pagamento di imposte, sospendendo i trasferimenti al Fondo de Desarrollo Nacional” (Fondo per
lo Sviluppo Nazionale). Oltre a ciò, la MUD propone di creare dei consigli
autonomi per trattare i diversi problemi: prima casa, trasporto, sport,
comunicazioni, residui solidi, sviluppo sostenibile. Al loro interno ci saranno
funzionari dello Stato e rappresentanti dell’imprenditoria. Dunque non saranno
autonomi di fronte al potere economico, perché colo che siederanno in questi
consigli avranno la possibilità di favorire le proprie imprese, i propri
interessi individuali.
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Ora andiamo al terzo fattore: perché al popolo non conviene la
privatizzazione?
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La privatizzazione è la
conseguenza logica delle due cose precedenti. Rispondo con una domanda: se
privatizzano la rete Mercal e la compra Empresas Polar, si continueranno a
vendere alimenti ai prezzi che applica attualmente Mercal? Ovviamente no,
perché un sistema che si basa sul guadagno individuale non può essere garante
del benessere collettivo.
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Lei dice che la negazione del passato è una chiave strategica
della Destra. Perché?
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Soprattutto del passato
immediato perché gli permette di cancellare ciò che è successo con i precedenti
tentativi di impiantare la dottrina neoliberale. Devono negare il passato
perché stanno proponendo le stesse ricette che già sono state ripudiate da un
popolo che ha conosciuto le leoro conseguenze. Se dicono alla gente la verità –
“Applicheremo una ricetta neoliberale” – nessuno voterebbe per loro…
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Dopo aver realizzato un’analisi così esaustiva,
pronosticherebbe conflitti sociali in un Governo di Capriles?
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In questa supposizione
negata, dovrebbero passara tre anni con un’ Asamblea Nacional (Parlamento
unicamerale) contro e ciò gli impedirebbe di riformare le leggi che vogliano
cambiare o derogare, che sono moltissime. Ma, chiaro, non resteranno a braccia
incrociate e rischiare che venga convocato il referendum revocatorio (in
Venezuela ogni incarico istituzionale può essere revocato a metà mandato con un
referendum). Cercheranno di fare questi cambi nonostante un parlamento avverso
e questo genererà un severo conflitto politio e cittadino. Come lo gestiranno? E’
qualcosa che devono aver chiaro nei laboratori della politca sporca e della
repressione.
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Mancano già meno di due mesi alle elezioni e la MUD è
riuscita a tenere occultato il suo programma neoliberale. Non è questo un gran
successo della sua strategia di campagna elettorale?
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Ciò dimostra il poco
rispetto che hanno per i propri elettori. Questo programma è uscito il 12
gennaio. Il 23 lo firmarono tutti i candidati, tranne Diego Arria. Vuol dire,
tre settimane prima delle primarie, ossia la prova che non importava chi fosse
il candidato, il programma è lo stesso. Però fanno sforzi affinché non si
conosca perché va contro gli interessi della maggioranza. Se lo conoscessero,
molti oppositori direbbero: “A me non piace Chávez, ma non vado a votare per
qualcuno che mi voglia fottere”.
(Fonte:
Ciudad Caracas – Traduzione di Fabio Avolio)